
In Danimarca la pressione fiscale effettiva e' al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%) Stati Uniti (27,9%) e Messico (26,2%). Ma il nostro e' anche uno dei Paesi in cui la pressione fiscale e' cresciuta di piu' tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9 al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 e' aumentato del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%. Secondo i calcoli di Confcommercio, il sommerso in Italia si attesta al 17,4% del Pil nel 2012-2013 e l'imponibile ogni anno sottratto al fisco e' pari a 272 miliardi.
Anche in questo caso un record tra le economie avanzate: in Messico il sommerso vale l'11,9% del Pil, in Spagna il 9,5%, nel Regno Unito il 6,7%, negli Stati Uniti il 5,3%, in Svezia e in Austria il 4,7%, in Francia il 3,9%, in Irlanda il 3,3%, il Belgio il 2,7%, in Canada il 2,2% e in Danimarca l'1,9%. In Australia, Olanda e Norvegia e' sotto l'1% del Pil. La lotta all'evasione sta comunque dando i suoi frutti. "Noi ogni anno", ha spiegato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, "recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in piu' rispetto a quanto previsto nel bilancio preventivo.