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Ecco nuovo Salva Roma, Renzi: "Toni sbagliati"

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ROMA - In arrivo il nuovo "Salvaroma". Domani il ministri esaminerà un "decreto legge enti locali" per mettere in sicurezza il bilancio della Capitale. Ad annunciarlo il premier Matteo Renzi, durante l'intervento della Direzione del Pd. I tecnici hanno lavorato tutto il giorno per mettere a punto una soluzione che eviti una reiterazione tout court del vecchio provvedimento ma garantisca al contempo i conti del Campidoglio e i servizi ai cittadini. Che, secondo l'allarme lanciato in mattinata dal sindaco Ignazio Marino, sarebbero altrimenti ad alto rischio.

"Io da domenica - ha infatti annunciato di buon'ora - blocco la citta'". Un ultimatum che Palazzo Chigi ha fatto sapere di non aver apprezzato e i cui toni successivamente sono stati smussati dallo stesso sindaco, che ha espresso "fiducia" in Renzi. "Le motivazioni di Marino erano comprensibili - spiega infatti in serata lo stesso presidente del Consiglio - il tono no". Il governo - è stata la replica arrivata da Palazzo Chigi - sta lavorando per risolvere con urgenza un problema creato da altri. Ragion per cui i toni utilizzati da Marino avrebbero irritato la presidenza del Consiglio e sempre in mattinata vi sarebbe stata una telefonata tra lo stesso premier e il sindaco definita "energica". Polemica, quella del numero uno del Campidoglio che non ha convinto anche parte del Pd capitolino, che oggi insieme ad alcuni deputati Dem si è riunito nella sede della federazione romana.
di Nicola Zuccaro - Il Comune di Roma verso il default? Il rischio di alzare bandiera bianca - paventato nell'odierna giornata - dal Sindaco della Capitale Ignazio Marino indurrebbe a scrivere una risposta affermativa.

Se entro venerdì non sarà varato il decreto per gli Enti locali e comprendente il "Salva-Roma", Marino sarebbe pronto a bloccare la città nel regolare funzionamento dei servizi. Una decisione choc che anticipando le prime mosse a sorpresa - a tutt'oggi attese da parte del Governo Renzi - provocherebbe degli ulteriori disagi in una città già caotica per sua consuetudine. Ma la questione è un'altra.

Occorre domandarsi perchè si è arrivati a raschiare il barile in Campidoglio? Senza voler passare per una avvocatura d'ufficio che tenda a difendere l'operato dell'Amministrazione targata Alemanno (sarebbe come sparare sulla Croce Rossa) si dovrebbe andare indietro nel tempo per individuare l'origine, l'inizio di quel malvezzo, che ha condotto dall'Unità d'Italia ad oggi il Comune di Roma in questo stato.

Del quesito per quanto lungo e impegnativo sul piano della ricerca storica si attende una risposta dal Commissario Straordinario per il piano di rientro dal debito pregresso di Roma Capitale. In attesa della disamina da parte di codesta figura, la distanza fra Roma ladrona e Roma sprecona resta breve a causa degli intrecci, dei collegamenti nati e maturati, nel corso degli ultimi lustri della storia nazionale, fra politica romana e politica italiana.

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