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Inaugurato il comitato del 'Polo Barese'

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di Andrea Stano - L’inaugurazione di un comitato direttivo di un partito è riconoscibilissima. Il posto non sarà mai periferico ma rigorosamente centrale. La calca sul marciapiede è immancabile così come la fiumana di macchine parcheggiate in seconda fila che intasano irrimediabilmente il traffico (e vigili e automobilisti certamente non gradiscono).

Amici e conoscenti che, in perfetto stile gestione familiare, trasportano vivande per intrattenere lo stomaco dei presenti.

Prassi e procedure viste anche questa sera quando alle 18.30 è stato inaugurato il comitato del “Polo Barese”, una delle cinque liste civiche in corsa per le amministrative comunali del capoluogo pugliese. Il candidato sindaco è l’avvocato Marco Cornaro, ex responsabile cittadino per l’Udc.

Giacca, camicia e scarpe sportive: così si presenta Cornaro che, alle 19 in punto, prende la parola per una breve presentazione dei propri obiettivi.

“Per primi abbiamo avvertito il momento drammatico della nostra città” inizia il candidato sindaco dopo i doverosi ringraziamenti di rito, “ho rinunciato ad una collocazione sicura nell’una e nell’altra giunta e ho dato credito ai suggerimenti dei miei amici per la realizzazione di una lista civica con candidatura indipendente”.

A detta di Cornaro, la situazione in cui versa Bari è disastrosa, “tutti vogliamo il cambiamento, l’Amtab è piena di debiti, le strade sono dissestate, la precedente amministrazione ha fallito su ogni punto”, e prosegue non lesinando critiche facendo nomi e cognomi, “l’attuale condizione della città è dovuta principalmente a scelte sbagliate, come quella di Franco Arbore all’assessorato del commercio, frutto di un baratto politico, con i commercianti ora arrabbiati e trascurati, o quella di Elio Sannicandro, uomo di sport, assegnato all’urbanistica e che non ha apportato nessun contributo”.

Il tema dell’edilizia e dell’urbanistica sta molto a cuore all’avvocato 44enne che parla di 16 milioni di metri cubi ancora da edificare nella città di Bari (“e non se ne parla”) sebbene “il consumo del suolo sarebbe meglio venisse ridotto”.

Aspre denunce rivolte anche verso il centrodestra, “Di Paola è stato un uomo di Fitto, poi di Vendola, ora nuovamente di Fitto, si è arricchito grazie alla politica e noi non ci ritroviamo in lui”, e poi continua, “come possiamo pensare che Decaro sia la rottura quando è invece la continuità? E il centrodestra non è certo l’alternativa visto che gente come Melchiorre, Cassano, Finocchio non hanno mai fatto una seria opposizione”. Il tono di Cornaro non è acceso né vibrante ma le sue parole dicono l’opposto “sono gli stessi da 20 anni, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”.

Sebbene i punti chiave del progetto del Polo Barese girino intorno alla riqualificazione della costa sud e alla rivitalizzazione della zona industriale (attraverso giovani 30enni e 40enni che non hanno mai ricoperto incarichi pubblici nella loro vita), Cornaro ammette, in maniera del tutto insolita, di non avere un programma ufficiale in quanto incapace di poterne realizzare uno. Tuttavia, l’intuizione suggestiva è quella di ricevere proposte ed idee per la sua definizione, “vi inviterò uno ad uno per buttare giù il programma con le vostre idee”.

Prima di concludere “l’uomo della pedana” chiosa, “non abbiamo la pretesa di vincere ma perlomeno di crescere con la speranza che le nostre denunce possano essere sentite. C’è bisogno di crederci”.

Trenta minuti di monologo, un fotografo deambula avanti e indietro immortalando istantanee di speranza e apparente orgoglio civile, e adesso tutti a mangiare e a festeggiare.


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