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Ocse bacchetta l'Italia per il costo del lavoro

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ROMA - Il Belpaese resta tra i Paesi europei più fragili e non interviene con misure efficaci per abbassare il costo del lavoro. La bacchettata arriva dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che presenta il suo rapporto sull'Unione europea e l'area euro. Rispetto a Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, nel Belpaese - sottolineano gli esperti parigini - "l'aggiustamento è stato inferiore a quello dei salari, riflettendo in parte le lente riforme dei mercati dei prodotti, e limitando così l'effetto del calo dei costi delle unità di lavoro sulla competitività dei prezzi".

Tutta l'Eurozona sta uscendo dal tunnel della crisi, secondo l'Ocse, ma l'economia conferma caratteristiche diverse nei vari Paesi e può generare diseguaglianze sempre più profonde. Nell'area euro i rischi di deflazione sono aumentati e mantenere tassi di interesse molto bassi "per qualche tempo" sosterrà la domanda, con un impatto benefico sulla crescita, sottolinea poi l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Confermate le stime di crescita dell'Eurozona quest'anno e nel 2015. Il Pil dovrebbe salire dell'1% nel 2014 e dell'1,5% l'anno prossimo.


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