
"Le imprese del settore costruzioni, nonostante la boccata di ossigeno arrivata con il decreto del 2013, sono fortemente penalizzate dal fenomeno dei ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione: degli otto miliardi di euro stanziati per il comparto risultano pagati a fine febbraio circa 7,2 miliardi mentre restano ancora senza soluzione 11 miliardi di ritardati pagamenti. Il Governo non può rinviare ulteriormente il problema ma deve intervenire su tre questioni prioritarie: la definizione di un piano di pagamenti di tutti i debiti pregressi della pubblica amministrazione; l'adozione di intelligenti misure di allentamento del patto di stabilità per consentire agli Enti locali di liberare le risorse che hanno in cassa ma che non possono spendere; la riforma strutturale delle regole del patto di stabilità e la revisione delle modalità di contabilizzazione della spesa in conto capitale a livello nazionale."
"La ripresa - ha concluso Stefàno - non può avviarsi attraverso una politica fatta di soli tagli ma deve essere fondata sul potenziamento delle esportazioni delle nostre eccellenze, soprattutto agroalimentari, e sulla robusta ripresa del settore delle costruzioni attraverso investimenti pubblici, soprattutto di riqualificazione dell'esistente, e nelle infrastrutture: sarebbe davvero la "voltabuona" per la ripresa e l'occupazione nel nostro Paese".