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Channel: Giornale di Puglia

Lecce, calendario cruciale per la salvezza in Serie A

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LECCE - Il Lecce si prepara ad affrontare un finale di stagione ricco di sfide cruciali, con un calendario di gare che metterà a dura prova la determinazione e la resilienza della squadra salentina nella lotta per la permanenza in Serie A.

Sabato 27 aprile, alle 15:00, i giallorossi del Lecce ospiteranno il Monza al "Via del Mare" per la trentaquattresima giornata di campionato. Si tratta di un match impegnativo contro una squadra determinata a qualificarsi per la Conference League, che cercherà di mettere in difficoltà i salentini.

Il 5 maggio, domenica alle 12:30, il Lecce affronterà il Cagliari presso l'"Unipol Domus Arena" in un confronto diretto di fondamentale importanza per la lotta alla salvezza. La vittoria sarà cruciale per mantenere vive le speranze di rimanere in Serie A anche nella prossima stagione.

La sfida successiva, fissata per domenica 12 maggio alle 15:00, vedrà il Lecce ospitare l'Udinese, un'altra partita cruciale nella battaglia per la permanenza nella massima serie italiana. I punti conquistati in questo incontro potrebbero fare la differenza tra la salvezza e la retrocessione.

Il 19 maggio, domenica alle 15:00, i pugliesi affronteranno l'Atalanta in una partita interna che si prospetta particolarmente difficile, considerando che i lombardi stanno lottando per un posto in Champions League. Sarà un duro test per la determinazione del Lecce.

Infine, per concludere il torneo, domenica 26 maggio alle 15:00, il Lecce sarà di fronte al Napoli al "Maradona". Un'ultima sfida che potrebbe avere un impatto significativo sulla classifica finale e sul destino della squadra salentina in Serie A.

Il Lecce si trova di fronte a un periodo cruciale della stagione, in cui ogni partita sarà fondamentale per raggiungere l'obiettivo della salvezza. La determinazione e la concentrazione saranno essenziali per superare queste sfide e mantenere viva la speranza di restare nella massima serie del calcio italiano.

Infortunio per il difensore del Foggia Luigi Carillo: stagione terminata

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FRANCESCO LOIACONO -La stagione del difensore del Foggia, Luigi Carillo, nel girone C di Serie C è giunta a una brusca conclusione a causa di un grave infortunio durante gli allenamenti. Il calciatore ha riportato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro e sarà costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico.

La notizia dell'infortunio ha gettato una pesante ombra sul futuro del giocatore, che dovrebbe rientrare tra sei mesi. Tuttavia, il suo ritorno potrebbe avvenire o nel Foggia, nel caso venga riconfermato per la prossima stagione, oppure in un'altra squadra nel caso in cui dovesse lasciare i rossoneri pugliesi.

Carillo è giunto a Foggia a gennaio, svincolato dal Novara, e ha firmato un contratto fino a giugno 2024. Durante questa stagione, il giocatore ha disputato 27 partite, mostrando le proprie qualità difensive prima dell'infortunio che lo ha colpito.

La carriera di Carillo è stata caratterizzata da diverse esperienze in numerose squadre italiane. Prima di approdare al Foggia, ha vestito le maglie di Novara, Messina, Casertana, Sambenedettese, Brescia, Pisa, Paganese, Akragas, Juve Stabia e Catania, accumulando esperienza e contribuendo con il suo talento nei vari club.

Ora, mentre affronta questa difficile fase di riabilitazione, Carillo potrà contare sul sostegno dei suoi compagni di squadra, dello staff medico e dei tifosi del Foggia. Auguriamo al giocatore una pronta guarigione e un rapido ritorno in campo per continuare a mostrare il suo valore e la sua determinazione nel mondo del calcio professionistico italiano.

Inizia il concorso pianistico internazionale 'Nino Rota' a Brindisi

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BRINDISI - Parte oggi la seconda edizione del prestigioso concorso pianistico internazionale dedicato al maestro Nino Rota, organizzato dal Rotary Brindisi Valesio. Questo evento culturale di risonanza internazionale vedrà la partecipazione di giovani talenti provenienti da tutto il mondo, insieme a giurati di diverse nazionalità. Le prove del concorso si svolgeranno presso l'ex Convento Santa Chiara, dal 25 al 27 aprile, con sessioni aperte al pubblico, durante le quali i candidati, divisi per categorie e fasce d'età (dai 5 ai 26 anni), si esibiranno per dimostrare le proprie abilità pianistiche.

La giornata clou sarà domenica 28 aprile, quando sul palcoscenico del Nuovo Teatro Verdi si terranno le prove conclusive dei finalisti del 'Premio Mozart'. Questo prestigioso riconoscimento offre ai musicisti l'opportunità di esibirsi in un programma del grande compositore austriaco accompagnati dall'orchestra. Il concerto di gala conclusivo avrà luogo sempre presso il Teatro Verdi alle ore 19:00, con ingresso gratuito previa prenotazione dei posti tramite il link fornito.

Il Sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna, ha accolto con entusiasmo l'iniziativa, sottolineando il suo significato culturale e il suo impatto positivo sulla candidatura della città a capitale italiana della cultura per il 2027. Questo evento è infatti uno dei tanti che contribuiranno a promuovere la ricchezza culturale del territorio e a coinvolgere le giovani generazioni.

Il presidente del Rotary Club Brindisi Valesio ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento, evidenziando il ruolo fondamentale della collaborazione tra pubblico e privato nella promozione della cultura a Brindisi. L'iniziativa si inserisce in quello che viene definito come una 'Primavera della Cultura di Brindisi', testimoniando il rinnovato interesse e impegno verso la rinascita culturale della città.

La direzione artistica del concorso, a cura della professoressa Silvana Libardo, ha presentato i dettagli del concorso e i membri della giuria, composta da rinomati concertisti e musicisti italiani e internazionali. La professoressa Francesca Salvemini, referente per l'orchestra del concorso, ha espresso la sua speranza che questa esperienza possa avvicinare i giovani musicisti al sogno di esibirsi con un'orchestra, offrendo loro un'opportunità unica di crescita e di realizzazione.

Il Concorso Pianistico Internazionale 'Nino Rota' si presenta come un'occasione straordinaria per celebrare il talento musicale e promuovere la cultura, confermando il ruolo di Brindisi come centro di eccellenza artistica e musicale.

Vela, al via a Bari la Coppa Italia Dinghy: 'E nel 2025 il campionato italiano'

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BARI - «Rieccoci a Bari e al Canottieri Barion per la Coppa Italia Dinghy, dopo appena due anni. E nel 2025 ci torneremo ancora, stavolta per il Campionato Italiano». Ad annunciarlo il segretario di classe Dinghy Francesca Lodigiani, alla presentazione della prima tappa della Coppa Italia Dinghy che si disputerà a Bari fino a sabato. Più di quaranta equipaggi provenienti da tutta Italia, per un evento organizzato dal Circolo Canottieri Barion su delega del comitato VIII Zona della Federazione Italiana Vela.

E così, a soli due anni di distanza dall’organizzazione di un’altra tappa di Coppa Italia, Bari torna capitale della Dinghy 12’, la più antica classe velica d’Italia. «Siamo fieri di ospitare la classe Dinghy – ha rimarcato il presidente del Canottieri Barion Francesco Rossiello – Da tre anni abbiamo fatto rinascere questa classe anche a Bari, sotto la spinta di Stefano Antoncecchi e Gigi Costantino. Sarà splendido ammirare la flotta Dinghy dal lungomare. E magari tanti baresi scopriranno quanto sia bello andare in barca a vela, davanti a uno spettacolo simile».

Sei le prove in programma, due al giorno sino a sabato. Campo di regata allestito nel tratto di mare antistante il porto vecchio ed un magnifico colpo d’occhio assicurato dal lungomare Sud della città, con le coloratissime vele e gli scafi in legno e vetroresina delle storiche imbarcazioni Dinghy. «Manifestazioni come questa – ha spiegato l’assessore comunale allo sport Pietro Petruzzelli – fanno di Bari una città sempre più attrattiva, capace di generare anche un turismo sportivo. E poi il Canottieri Barion si fa sempre trovare pronto, per questi eventi che esaltano il rapporto fra la città ed il mare».

La Coppa Italia Dinghy rappresenta l’inizio di una stagione velistica esaltante, per la Puglia: «È un anno davvero importante – ha precisato il presidente del comitato VIII Zona FIV Alberto La Tegola – Dopo Bari, a giugno toccherà a Brindisi dove si disputerà il campionato nazionale d’altura. Stiamo valorizzando ciascuna disciplina per le sue peculiarità. Ogni evento è organizzato nel dettaglio, affinché si torni a gareggiare in Puglia l’anno successivo. E questo lavoro ci è riconosciuto a livello nazionale».

Anche nel 2022, come quest’anno, Bari aveva ospitato la prima tappa della Coppa Italia. Già in passato il capoluogo pugliese era stato sulla scena della classe Dinghy con l’organizzazione di cinque edizioni dei Campionati Italiani nel 1950, 1951, 1953, 1963 e 1967, a cura del Circolo della Vela. Erano gli anni ruggenti dei timonieri baresi Nicola Lapenna, Gianni Modugno vincitore di due titoli nel 1959 e nel 1962, Gianni Milano e Francesco Piccininni del Canottieri Barion. Adesso la storia si ripete con la Coppa Italia che dopo Bari proseguirà a Portofino e Venezia.

Arrestato presunto rapinatore dell'Ufficio postale di Barletta

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BARLETTA - La Polizia ha arrestato un uomo di 33 anni a Barletta, ritenuto l'autore della tentata rapina avvenuta il 18 aprile scorso presso la sede centrale dell'ufficio postale della città. Le prove che hanno condotto all'arresto includono indumenti trovati nella sua abitazione, corrispondenti a quelli indossati dal presunto rapinatore immortalato dai sistemi di videosorveglianza delle Poste.

Tra gli indumenti sequestrati figurano un giubbotto nero con cappuccio e uno scaldacollo rosso, identici a quelli indossati dall'uomo nelle immagini delle telecamere di sicurezza. Le testimonianze dei dipendenti dell'ufficio postale sono state anch'esse cruciali per l'identificazione del sospettato, che è stato descritto come corpulento, alto un metro e settanta centimetri, con un accento dialettale barlettano.

Secondo quanto riportato, l'uomo avrebbe fatto irruzione nell'ufficio postale minacciando di commettere una rapina e brandendo un cacciavite per intimare l'addetto alle casse a consegnargli i contanti. Tuttavia, una volta raggiunto il cassetto, si è accorto che era vuoto e ha deciso di fuggire. È stato rintracciato non lontano dalla stazione di Barletta e sottoposto a fermo, successivamente convalidato e trasformato in custodia cautelare.

Gli abiti che l'uomo indossava nel momento del tentato colpo sono stati sequestrati come prova, mentre il sospettato è stato trasferito nel carcere di Trani. La pronta reazione delle forze dell'ordine e la raccolta di prove hanno consentito di individuare e arrestare il presunto rapinatore, garantendo un senso di sicurezza alla comunità locale e dimostrando l'efficacia delle indagini condotte dalla Polizia.

Arrestato pregiudicato barese legato a clan criminale locale

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BARI - La Squadra Mobile della Questura di Bari ha proceduto all'arresto e alla sottoposizione a detenzione carceraria di un pregiudicato barese di 62 anni, in ottemperanza a un provvedimento emesso dall'Ufficio di Sorveglianza di Bari. L'uomo, con un passato criminale segnato da precedenti giudiziari per associazione a delinquere di stampo mafioso, rapina aggravata, sequestro di persona e porto abusivo di armi da fuoco, è stato identificato come un individuo di rilevante importanza all'interno del contesto criminale cittadino, riconducibile al clan "Parisi".

La figura del pregiudicato è emersa nell'ambito dell'operazione di polizia giudiziaria "Codice Interno", condotta dalla Polizia di Stato lo scorso febbraio, che ha portato all'arresto di 137 persone legate alla consorteria mafiosa "Parisi/Palermiti".

L'esecuzione del provvedimento giudiziario è stata resa possibile grazie a un'accurata raccolta di prove da parte della Squadra Mobile, che ha depositato una dettagliata informativa di reato presso la Procura della Repubblica - D.D.A. locale. Questa documentazione ha messo in luce i comportamenti illeciti del pregiudicato, anche mentre si trovava in regime di detenzione domiciliare.

Nonostante la pena in corso, il 62enne è stato accusato di continuare a tessere relazioni criminali, dimostrando un'attività costante nell'ambito delle attività illegali. Tra le persone che hanno frequentato la sua abitazione, si evidenzia la figura di un noto avvocato barese, già consigliere della Regione Puglia, arrestato nell'ambito dell'operazione "Codice Interno".

In particolare, è stato documentato un episodio in cui l'ex politico si è recato presso l'abitazione del pregiudicato, mentre quest'ultimo era in detenzione domiciliare, per proporre investimenti finanziari chiaramente illeciti e fraudolenti.

L'arresto del pregiudicato rappresenta un ulteriore passo nella lotta alle attività criminali nel territorio barese. Ora, sarà il processo a determinare la sua eventuale colpevolezza, nel rispetto del contraddittorio tra le parti e delle procedure giudiziarie.

Libri: 'Una caramella per Rossana', l'ultimo giallo di Francesco Serafino

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PIERO LADISA - Tabella di marcia letteraria rispettata anche in questa occasione. Lo scrittore Francesco Serafino è tornato in libreria con un nuovo giallo, a distanza di due anni dal precedente, che vede per la sesta volta protagonista il maresciallo Carlo Prisciandaro. Come sempre a fare da sfondo alle indagini del sottoufficiale dell'Arma dei Carabinieri c'è la Lucania e un nuovo caso di omicidio e violenze che si verificano nell'hinterland lucano degli anni '60 e che Prisciandaro e i suoi fidati collaboratori dovranno risolvere nel minor tempo possibile. Ancora una volta Francesco Serafino con "Una caramella per Rossana" (Wip edizioni 2024, pp. 292, € 16) fornisce una lettera piacevole e al tempo stesso scorrevole condita dalle note storiche, artistiche e culturali che animano il racconto.


INTERVISTA ALL'AUTORE

D. Francesco, ben ritrovato. Si è passati da un Romeo a un Fiat 850. Anche in questo caso è stato un furgone ad aprire il nuovo romanzo come il precedente…
R. "Mi piace ricordare le auto dell’epoca, che poi sono quelle che hanno segnato la mia adolescenza. Quella vettura FIAT 850, poi così versatile per tutti gli usi, si prestava bene per il trasporto di persone, dai giocatori delle piccole squadre di calcio di paese, ai religiosi, suore comprese".


D. Come mai hai deciso di mettere al centro di questo romanzo la caramella più famosa d’Italia?
R. "È stato un puro caso. Avevo un titolo provvisorio che non mi convinceva e il romanzo era già a metà dell’opra, quando improvvisamente, una mattina fui folgorato proprio come San Paolo sulla via di Damasco. Sulla scrivania di una mia cara collega di lavoro, all’interno del barattolino di caramelle, da cui ogni tanto attingo con il suo permesso, glicemia permettendo, spiccava in tutta la sua bellezza l’involucro di una caramella rossa, solitamente mai presente: era la famosa caramella Rossana. Di colpo ritornai indietro di almeno cinquant’anni, quando mia nonna me le offriva spesso e in quel momento decisi che sarebbe stato un elemento importante per la stesura del romanzo. Chiaramente ho dovuto rivedere e cambiare in toto la trama e il titolo, piaciuto davvero a tanti miei estimatori".


D. Ancora una volta hai saputo descrivere nel migliore dei modi alcuni tra i borghi presenti nella tua terra d’origine. Qual è il processo che ti spinge a scegliergli? Le bellezze artistiche di quei luoghi? O anche le leggende che ne hanno scandito le rispettive storie?
R. "La Lucania, è ricca di storia. Il suo patrimonio artistico e le leggende che vi gravitano intorno, sono state per troppo tempo sopite. La mia “missione” è proprio questa: ricercare leggende poco conosciute e ravvivare con vernice fresca i borghi di provincia, che non hanno nulla da invidiare ai più blasonati piccoli e grandi centri delle Marche o della Toscana, giusto per citare alcune fra le regioni più note. A parte le arcinote Matera e Craco, vi sono tantissimi paesi da noi, che meritano davvero una migliore visibilità nazionale ed internazionale. Così come ho fatto nei miei libri precedenti, con Pisticci, Grottole, Montescaglioso, Irsina, solo per citarne alcuni".



D. Anche in questo caso la tua penna ha partorito una storia non banale, anzi. Ti sei ispirato a fatti realmente avvenuti e rimodellati in chiave romanzata, oppure è tutto frutto esclusivo della tua mente?
R. "Stavolta ho fatto come il buon Fabrizio De Andrè. Sono venuto a conoscenza di un episodio di cronaca nera avvenuto in Lucania, parecchi anni fa e ne sono rimasto molto colpito. Ho imbastito la trama proprio da quella brutta storia, chiaramente cambiando nomi e località, seguendo un canovaccio comunque molto diverso da quello realmente accaduto. Ho cominciato a scrivere partendo proprio dalle 4 frasi in rima riportate all’inizio delle prime pagine del libro, che in realtà sono la dedica alla persona oggetto della cronaca dell’epoca: in queste quattro righe, vi è celato anche il nome".

D. Quest’anno cade il decimo anniversario dalla nascita del personaggio Prisciandaro. Avresti mai immaginato una storia così lunga, duratura e soprattutto apprezzata?
R. "Quando scrissi il primo romanzo feci scrivere sul frontespizio “Le storie del maresciallo Prisciandaro”, auspicando un seguito a quell’episodio: pensavo a un secondo libro. Non potevo certo immaginare di arrivare a sei!".

D. Il passo successivo sarebbe quello di vedere trasportata questa storia sul piccolo schermo…
R. "È il mio sogno nel cassetto, per il personaggio del maresciallo vedrei benissimo un Luca Argentero, mentre per il brigadiere Lorusso, un ottimo Rocco Papaleo, tra l’altro lucano. Il brigadiere Ruocco? Sicuramente Antonio Milo, ma bisognerà chiedere il permesso al commissario Ricciardi del grande Maurizio De Giovanni…".

D. A cadenza biennale esce un nuovo episodio della saga Prisciandaro. Hai già sondato il terreno per il nuovo romanzo? Appuntamento al 2026?
R. "È un po' prematuro. Però mi piace tanto un nome, anch’esso, preso dal vissuto e abbastanza casuale, che mi è venuto in mente. Che non svelo per ovvi motivi. Ma non so ancora se il suo ruolo sarà quello dell’assassinato o dell’omicida! Chiaramente non lo dirò manco sotto tortura!".

Molfetta, inaugurata la mostra 'Via Lucis' al Torrione Passari: la prima mostra d'arte sacra interamente fatta di cioccolata

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MOLFETTA - Si è inaugurata, nel Torrione Passari di Molfetta, la prima mostra d'arte sacra interamente realizzata con opere edibili, dunque, che possono essere mangiate. Si tratta delle uova di cioccolato aerografate di Nicola Giotti, rappresentante della terza generazione di una famiglia di pasticcieri di Giovinazzo. La mostra, intitolata «Via Lucis», promossa dalla Fondazione Valente con Confartigianato Bari-Bat-Brindisi e Città di Molfetta, resterà aperta sino al 24 maggio, tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 18 alle 21 (la domenica anche dalle 10 alle 13). L'ingresso è libero. Info 346.6691876.

Dunque, con Nicola Giotti le uova di cioccolato diventano tela dolce sulla quale dare forma e immagine a quadri di arte sacra, in questo specifico frangente, disegni particolarmente evocativi ed emozionanti perché, come lascia intendere il titolo della mostra, brillano di luce, elemento insito nel cioccolato, esaltato dall'invenzione dell'«aerografia indiretta speculare lucida». Si tratta di una tecnica di decorazione dell'arte dolce inventata dallo stesso Nicola Giotti, consistente nell'aerografare, attraverso l'utilizzo di colori alimentari, film coprenti nello stampo di policarbonato all'interno di una forma concava e trasparente. Un'operazione particolarmente difficile e laboriosa che viene completata colando il cioccolato fuso e temperato negli stampi precedentemente aerografati, procedimento che determinerà l'assimilazione molecolare dei pigmenti di colore e, con la successiva cristallizzazione, la realizzazione definitiva di un manufatto artigianale di rara bellezza e lucentezza.

Classe 1975, Nicola Giotti ha un forte legame con Molfetta per aver frequentato da studente modello il locale Istituto alberghiero, dove si diploma nel 1994 come miglior studente della scuola. In seguito, approfondisce gli studi e la conoscenza della pasticceria partecipando a decine e decine di corsi di formazione con i migliori maestri e professionisti del settore a livello mondiale.

Quindi, nel 2010 inizia le sperimentazioni che lo porteranno a inventare «l'aerografia indiretta speculare lucida», consacrata come tecnica di decorazione pasticcera nel 2018. Una tecnica attraverso la quale Giotti realizza vere e proprie opere d'arte, a partire dalle inimitabili uova di cioccolato simili a pregiatissime porcellane sulle quali ha raffigurato anche papa Francesco in occasione della visita apostolica fatta a Molfetta nel 2018. Tante anche le star del mondo dello spettacolo immortalate sulle sue dolci creature, da Elena Sofia Ricci a Mariagrazia Cucinotta, con la quale ha partecipato a un cortometraggio in qualità di esperto di pasticceria, dalla star hollywoodiana John Turturro al regista e attore Sergio Rubini sino alla rockstar Vasco Rossi, alla conduttrice Mara Venier, al rapper Caparezza e all'attore e doppiatore Luca Ward.

Giudice in alcuni tra i più importanti concorsi di pasticceria, nel 2020 Giotti ha pubblicato il suo primo libro «Metamorfosi» edito da Chiriotti, il più prestigioso editore di settore, volume che nel 2022 l'autore ha presentato in Senato con le sue uova di cioccolato aerografate.

La Camera di Commercio di Brindisi - Taranto commemora il 79° Anniversario della Liberazione

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BRINDISI - Il Presidente della Camera di Commercio di Brindisi - Taranto, Vincenzo Cesareo, insieme al Vice Presidente, Franco Gentile, hanno partecipato questa mattina, su invito del Prefetto di Brindisi, dott. Luigi Carnevale, alla Cerimonia commemorativa del 79° Anniversario della Liberazione, presso il Monumento ai Caduti a Brindisi.

Cesareo ha sottolineato l'importanza del 25 aprile come data fondamentale per l'Italia, commemorando la liberazione dall'oppressione nazista e dal regime fascista. Ha espresso l'onore provato dall'Ente camerale nel partecipare alle celebrazioni e nell'omaggiare la memoria dei caduti della Resistenza.

Gentile ha ringraziato il Prefetto di Brindisi, sottolineando che è un dovere per tutti celebrare e attuare i valori fondamentali della democrazia in ogni azione, sia privata che pubblica. Ha evidenziato l'importanza di ricordare questi valori insieme alle Istituzioni e alla cittadinanza.

La partecipazione della Camera di Commercio alle celebrazioni della Liberazione rappresenta un segno tangibile dell'impegno delle istituzioni e della comunità nel preservare la memoria storica e nel promuovere i valori di libertà, democrazia e solidarietà che hanno caratterizzato quel periodo cruciale della storia italiana.

Francesco Maria Amoruso nuovo ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta in Serbia

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BELGRADO - Il 18 aprile il Presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić ha ricevuto le credenziali. Ex parlamentare, ad ottobre scorso il Principe e Gran Maestro Fra’ John Dunlap lo aveva designato ad Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario in Serbia.

Il Presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić ha ricevuto il 18 aprile scorso le credenziali del nuovo Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Serbia, Francesco Maria Amoruso.

“E’ un incarico importante che mi onora” ha commentato Amoruso. “La Serbia è un grande Paese che già da tempo intrattiene ottimi rapporti diplomatici con l’Ordine. Il presidente Aleksandar Vučić ci ha dimostrato, nel corso dell’incontro per la consegna delle credenziali, tutto il suo interesse ed alto riconoscimento per quanto il nostro secolare Ordine svolge nel mondo ed in Serbia, attraverso la sua azione di “diplomazia umanitaria”.

Nato nel 1956 a Bisceglie, Francesco Maria Amoruso, è laureato in Scienze Politiche all’Università di Bari. È Amministratore di una Società di Servizi all’Impresa. Formatosi nell’associazionismo cattolico e scoutistico, è tuttora attivamente impegnato nel volontariato sociale. È Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Ordine di Malta, Gran’Uff. dell’Ordine Pro Merito Melitensi, Gran’Uff. dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e Cavaliere di Merito dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Il 12 ottobre 2023, su proposta del Gran Cancelliere e sentito il Sovrano Consiglio, il Principe e Gran Maestro Fra’ John Dunlap ha deliberato la sua nomina come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso la Repubblica di Serbia. Nel 1994 è stato eletto Deputato e da allora, nelle elezioni del 1996, 2001 e 2006, è sempre stato rieletto. Nel 2008 e nel 2013 è stato eletto nel Senato della Repubblica, carica che ha ricoperto fino al 2018.

Durante i suoi mandati parlamentari ha ricoperto importanti incarichi tra i quali: Presidente del Comitato degli Italiani all’estero; Segretario della Commissione Esteri del Senato; Vicepresidente della Delegazione UIP; Presidente della Commissione parlamentare bicamerale di controllo sugli Enti di Previdenza; Vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera; Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo,organismo nel quale ricopre tuttora la carica di Presidente Emerito; Presidente dei Gruppi di Amicizia con i Paesi Scandinavi, Tunisia e Principato di Monaco. È stato inoltre componente di numerosi organismi parlamentari internazionali quali il Consiglio d’Europa, l’Assemblea UEO; il Comitato Parlamentare di controllo sugli Accordi di Schengen e l’Assemblea Parlamentare NATO. Nella sua intensa attività parlamentare e professionale ha maturato una comprovata esperienza politico- diplomatica nello sviluppo di politiche economiche, affari politici e nelle relazioni internazionali, in particolare per quel che concerne la “diplomazia parlamentare”, riuscendo a promuovere relazioni durature con attori governativi e non a livello nazionale ed internazionale. Ha ricoperto l’incarico di Presidente Onorario della Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Polacca.

Di carattere affabile, disponibile e comunicativo, intrattiene con la gente un rapporto solido ed operoso, fondato su antiche radici e sentimenti autentici.

Il Presidente Mattarella commemora il 25 aprile a Civitella in Val di Chiana

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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presenziato alle celebrazioni del 25 aprile a Civitella in Val di Chiana. Durante l'evento, ha reso omaggio alle vittime dei tragici eventi avvenuti in quel luogo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Mattarella ha condannato fermamente i crimini di guerra perpetrati in quella circostanza, definendoli gravissimi e contrari a ogni regola internazionale, all'onore militare e ai principi fondamentali di umanità. Ha sottolineato che nessuna ragione, sia essa di natura militare o di altro genere, può giustificare l'uccisione di ostaggi e prigionieri inermi.

"Con queste barbare uccisioni, nella loro strategia di morte, i nazifascisti cercavano di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca, di instaurare un regime di terrore nei confronti dei civili perché non si unissero ai partigiani, di operare vendette nei confronti di un popolo considerato inferiore da alleato e, dopo l'armistizio, traditore", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle celebrazioni del 25 Aprile a Civitella in Val di Chiana.
 
Il testo integrale del discorso di Mattarella:

"Presidente della Regione, Sindaco, autorità, cittadini, siamo qui riuniti per celebrare il 25 aprile - l’anniversario della Liberazione - a Civitella in Val di Chiana, a ottant’anni dalla terribile, disumana, strage nazifascista perpetrata, in questo territorio, sulla popolazione inerme.

Come abbiamo, poc’anzi, ascoltato dalle parole del Sindaco, della professoressa Ponzani, dalle letture – ringrazio Ottavia Piccolo per la sua appassionata interpretazione – e, con emozione, dalla straordinaria testimonianza di Ida Balò, gli eccidi avvennero, oltre che a Civitella, a Cornia, dove la crudeltà dei soldati della famigerata divisione Goring si sfogò in maniera particolarmente brutale, con stupri e uccisioni di bambini.

Nella stessa giornata si compiva, non lontano da qui, un altro eccidio, a San Pancrazio, dove furono sterminate oltre settanta persone.

Come è testimoniato dai documenti processuali, gli eccidi furono pianificati a freddo, molti giorni prima, e furono portati a termine con l’inganno e con il tradimento della parola. Si attese, cinicamente, la festa dei Santi Pietro e Paolo per essere sicuri di poter effettuare un più numeroso rastrellamento di popolazione civile.

La tragica contabilità del 29 giugno del ’44, in queste terre racconta di circa 250 persone assassinate. Tra queste, donne, anziani, sacerdoti e oltre dieci minorenni. Il più piccolo, Gloriano Polletti, aveva solo un anno. Maria Luisa Lammioni due.

Il parroco di Civitella, don Alcide Lazzeri, e quello di San Pancrazio, Don Giuseppe Torelli, provarono a offrire la loro vita, per salvare quella del loro popolo, ma inutilmente. Furono uccisi anch’essi, insieme agli altri. Alcuni ostaggi, destinati alla morte, rimasero feriti o riuscirono a fuggire. Nei loro occhi, stupefatti e impauriti, rimarrà per sempre impresso il ricordo di quel giorno di morte e di orrore.

Sono venuto, oggi, qui a Civitella - uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista - per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero.

Non c’è parte del suolo italiano - con la sola eccezione della Sardegna – che non abbia patito la violenza nazifascista contro i civili e non abbia pianto sulle spoglie dei propri concittadini brutalmente uccisi.

La Regione che ci ospita - la Toscana - è tra quelle che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente, insieme all’Emilia Romagna e al Piemonte,

La magistratura militare e gli storici, dopo un difficile lavoro di ricerca, durato decenni, hanno, finora, documentato sul territorio italiano cinquemila crudeli e infami episodi di eccidi, rappresaglie, esecuzioni sommarie.

Con queste barbare uccisioni, nella loro strategia di morte, i nazifascisti cercavano di fare terra bruciata attorno ai partigiani per proteggere la ritirata tedesca, di instaurare un regime di terrore nei confronti dei civili perché non si unissero ai partigiani, di operare vendette nei confronti di un popolo, considerato inferiore da alleato e, dopo l’armistizio, traditore.

Si trattò di gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità.

Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi.

I nazifascisti ne erano ben consapevoli: i corpi dei partigiani combattenti, catturati, torturati e giustiziati, dovevano rimanere esposti per giorni, come sinistro monito per la popolazione. Ma le stragi di civili cercavano di tenerle nascoste e occultate, le vittime sepolte o bruciate. Non si sa se per un senso intimo di disonore o per evitare d’incorrere nei rigori di una futura giustizia, o, ancora, per non destare ulteriori sentimenti di rivolta tra gli italiani.

All’infamia della strage di Marzabotto, la più grande compiuta in Italia, seguì un corollario altrettanto indegno: la propaganda fascista, sui giornali sottoposti a controlli e censure, negava l’innegabile, provando a smentire l’accaduto, cercando di definire false le notizie dell’eccidio e irridendo i testimoni.

Occorre – oggi e in futuro - far memoria di quelle stragi e di quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro.

Una lunga di scia di sangue ha accompagnato il cammino dell’Italia verso la Liberazione. Il sangue dei martiri che hanno pagato con la loro vita le conseguenze terribili di una guerra ingiusta e sciagurata, combattuta a fianco di Hitler nella convinzione che la grandezza e l’influenza dell’Italia si sarebbero dispiegate in un nuovo ordine mondiale. Un ordine fondato sul dominio della razza, sulla sopraffazione o, addirittura, sullo sterminio di altri popoli. Una aspirazione bruta, ignobile, ma anche vana.

Totalmente sottomessa alla Germania imperialista di Hitler, l’Italia fascista, entrata nel conflitto senza alcun rispetto per i soldati mandati a morire cinicamente, non avrebbe comunque avuto scampo. Ebbe a notare, con precisione, Luigi Salvatorelli: «Con la sconfitta essa avrebbe perduto molto, con la vittoria tutto…»

Generazioni di giovani italiani, educati, fin da bambini, al culto infausto della guerra e dell’obbedienza cieca e assoluta, erano stati mandati, in nome di una pretesa superiorità nazionale, ad aggredire con le armi nazioni vicine: le «patrie degli altri» come le chiamava don Lorenzo Milani.

Nella disastrosa ritirata di Russia, sui campi di El Alamein, nelle brutali repressioni compiute in Grecia, nei Balcani, in Etiopia, nelle deportazioni degli ebrei verso i campi di sterminio, nel sostegno ai nazisti nella repressione della popolazione civile, si consumò la rottura tra il popolo italiano e il fascismo.

Si verificò - scrisse ancora Salvatorelli - «una crisi morale profonda, una disaffezione completa rispetto al regime, un crollo disastroso dell’idolo Mussolini.»

Il fascismo aveva in realtà, da tempo, scoperto il suo volto, svelando i suoi veri tratti brutali e disumani.

L’8 settembre, con i vertici del Regno in fuga, fece precipitare il Paese nello sconforto e nel caos assoluto. Ma molti italiani non si piegarono al disonore. Scelsero la via del riscatto. Un riscatto morale, prima ancora che politico, che recuperava i valori occultati e calpestati dalla dittatura. La libertà, al posto dell’imposizione. La fraternità, al posto dell’odio razzista. La democrazia, al posto della sopraffazione. L’umanità, al posto della brutalità. La giustizia, al posto dell’arbitrio. La speranza, al posto della paura.

Nasceva la Resistenza, un movimento che, nella sua pluralità di persone, motivazioni, provenienze e spinte ideali, trovò la sua unità nella necessità di porre fine al dominio nazifascista sul territorio italiano, per instaurare una nuova convivenza, fondata sul diritto e sulla pace.

Scrisse padre Davide Maria Turoldo: «Tra i morti della Resistenza vi erano seguaci di tutte le fedi. Ognuno aveva il suo Dio, ognuno aveva il suo credo, e parlavano lingue diverse, e avevano pelle di diverso colore, eppure nella libertà e nella dignità umana si sentivano fratelli».

Fu così che reduci dalla guerra e giovani appassionati, contadini e intellettuali, monarchici e repubblicani, si unirono per lottare, con le armi, contro l’oppressore e l’invasore. Tra di loro uomini, donne, ragazzi, di ogni provenienza, di ogni età. Combatterono a viso aperto, con coraggio, contro un nemico feroce e soverchiante per numero, armi e addestramento.

Vi fu l’eroica Resistenza dei circa 600 mila militari che, dopo l’8 settembre, rifiutarono di servire la Repubblica di Salò, il regime fantoccio instaurato da Mussolini sotto il controllo totale di Hitler. Furono passati per le armi, come a Cefalonia e a Corfù, o deportati nei lager tedeschi. Furono definiti “internati militari”, per negare loro in questo modo persino lo status di prigionieri di guerra. Ben cinquantamila di loro morirono nei campi di detenzione in Germania, a causa degli stenti e delle violenze.

Vi fu la Resistenza delle popolazioni, ribellatesi spontaneamente di fronte a episodi di brutalità e alle violenze, scrivendo pagine di splendido eroismo civile. Vi furono le coraggiose lotte operaie, culminate nei grandi scioperi nelle industrie delle città settentrionali.

In tutta la Penisola, nelle montagne e nelle zone di mare, si attivò spontaneamente, in quegli anni drammatici, la rete clandestina della solidarietà, del risveglio delle coscienze e dell’umanità ritrovata.

Migliaia di uomini, di donne, di religiosi, di funzionari dello Stato, operai, borghesi, rischiando la propria vita e quella dei loro familiari, si opposero alla dittatura e alle violenze sistematiche, nascondendo soldati alleati, sostenendo la lotta partigiana, falsificando documenti per salvare gli ebrei dalla deportazione, stampando e diffondendo volantini di propaganda.

Fu la Resistenza civile, la Resistenza senza armi, un movimento largo e diffuso, che vide anche la rinascita del protagonismo delle donne, sottratte finalmente al ruolo subalterno cui le destinava l’ideologia fascista.

Scrive a questo proposito Claudio Pavone: «Essere pietosi verso altri esseri umani era di per sé una manifestazione di antifascismo e di resistenza, quale che ne fosse l’ispirazione, laica o religiosa. Il fascismo aveva insita la ideologia della violenza, la pietà non era prevista…»

La Resistenza, nelle sue forme così diverse, contribuì in misura notevole all’avanzata degli Alleati e alla sconfitta del nazifascismo.

Ai circa trecentocinquantamila soldati, venuti da Paesi lontani, morti per liberare l’Italia e il mondo dall’incubo del nazifascismo, l’Italia si inchina doverosamente, con commozione e con riconoscenza.

Quei ragazzi, che riposano sotto le lapidi bianche dei cimiteri alleati che costellano la nostra Penisola, li sentiamo come nostri caduti, come nostri figli.

Liberazione, dunque, dall’occupante nazista, liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla sacrilega religione della violenza e del sopruso. L’entrata in guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione.

Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che - trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista - hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo.

Aggiungo - utilizzando parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975 - che “intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.

A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia.

Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo in quella speranza.

E per questo va ribadito:

Viva la Liberazione, Viva la libertà, viva la Repubblica".

Trinitapoli celebra il 25 aprile: corona d'alloro in Via Capitan Leone

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MICHELE MININNI - Anche a Trinitapoli, nella mattinata del 25 aprile, la sezione locale dell'ANPI, presieduta dal presidente Luca Carulli, ha reso omaggio alla memoria di tutti i partigiani della comunità casalina che hanno combattuto per il valore della Resistenza. In particolare, è stato tributato un ricordo speciale a due concittadini a cui è stata intitolata la sezione stessa dell'associazione partigiani: Nicola Leone e Giuseppina Urbano, due giovani eroi degli anni '40 che hanno contribuito alla liberazione dell'Italia dal fascismo. Nicola Leone ha svolto un ruolo significativo attraverso la sua attività clandestina, mentre Giuseppina Urbano è stata un simbolo di coraggio, venendo trucidata dai nazisti per le sue gesta audaci.

Gli organizzatori, insieme a diversi cittadini, hanno deposto una corona d'alloro sulla targa dedicata al partigiano trinitapolese Nicola Leone, situata nella strada che porta il suo nome, Via Capitan Leone. Alla manifestazione era presente Pasquale Floro, membro del direttivo della sezione cittadina.

Questa commemorazione rappresenta un momento di riflessione e di gratitudine nei confronti di coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia del nostro paese durante il periodo della Resistenza. La presenza di numerosi cittadini dimostra il profondo legame della comunità con la sua storia e i valori di giustizia e solidarietà che essa rappresenta.

Antonio Decaro a Bari celebra la libertà di espressione nel Giorno della Liberazione

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Antonio Decaro fb
BARI - Durante le celebrazioni del 79esimo anniversario della Liberazione nazionale, al Sacrario dei caduti d'oltremare di Bari, il sindaco della città e presidente dell'Anci, Antonio Decaro, ha fatto eco alle parole di Antonio Scurati, scrittore e intellettuale, sottolineando l'importanza della libertà di espressione in una giornata così significativa per il nostro Paese.

Nel suo intervento, Decaro ha letto alcuni passaggi del discorso che Scurati avrebbe dovuto tenere durante una trasmissione televisiva Rai, evidenziando un punto chiave: "Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".

Queste parole hanno suscitato riflessioni profonde sulla necessità di mantenere viva la memoria storica e di difendere i valori fondamentali della democrazia e della libertà. Decaro ha sottolineato che il diritto alla libertà di espressione è essenziale per una società libera e democratica e ha promesso di continuare a impegnarsi per garantire a tutti il pieno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, sia attraverso la parola che tramite altri mezzi di comunicazione.

Ritrovato a Fiumicino Vincenzo D'Introno, il giovane scomparso da Livigno lo scorso luglio

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ROMA - I carabinieri della stazione di Fiumicino hanno ritrovato ieri sera Vincenzo D'Introno, il giovane scomparso da Livigno lo scorso luglio. Il ragazzo è stato rintracciato in viale Caravaggio.

Secondo quanto si è appreso, il giovane originario della provincia di Bari è stato avvistato in strada in uno stato confusionale. La sua scomparsa, avvenuta nel luglio scorso, aveva destato preoccupazione e attenzione mediatica, tanto che la trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" aveva dedicato spazio al suo caso.

La sua improvvisa riapparizione ha sollevato diverse domande e interrogativi su cosa possa essere accaduto durante il periodo della sua sparizione e sulle condizioni attuali del giovane. Al momento, non sono state fornite ulteriori informazioni riguardo alle circostanze del ritrovamento e alle condizioni di salute di Vincenzo D'Introno.

Si attendono sviluppi e chiarimenti da parte delle autorità competenti riguardo a questo caso che ha tenuto in sospeso familiari, amici e tutti coloro che si erano mobilitati per cercare il giovane scomparso.

Max Racing pronto per il Rally Costa del Gargano: Cinque Equipaggi alla Sfida

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MANFREDONIA - La stagione rallystica prende il via con il Rally Costa del Gargano, terza edizione del evento promosso nella Coppa Rally di Zona 8 ACISPORT, previsto per il 27 e 28 aprile con partenza da Manfredonia (FG). La scuderia Max Racing si presenta alla competizione con cinque equipaggi pronti ad affrontare le sfide dei percorsi dauni.

Mauro Leo, con il numero 37 sulla sua Peugeot 208 Racing Start TB benzina 1600 Plus, sarà affiancato dal navigatore locale Giovanni Guerra, di Manfredonia (FG), per la sua prima gara del 2024.

I vincitori del titolo italiano CRZ, Nunzio Fanelli, pilota di Sava (TA), insieme al navigatore foggiano Saverio Cotrufo (n° 44), e Gabriele Bruno, brindisino di origini romane, con Marco Agagiù alle note (n° 45), sono determinati a confermare il successo della stagione precedente. Fanelli correrà con la sua Fiat 500 Abarth 1400 RS turbo Plus, mentre Bruno sarà al volante della Grande Punto Abarth turbo benzina 1400 RS.

Il driver di Manfedonia Paolo Guerra e il suo navigatore Alessandro Abatecola, di Pico (FR), si misureranno sulle strade di casa a bordo della Renault Clio N3 (n° 40).

In N2, i campobassani Nicola Rivellino e Sandra Salotto prenderanno parte alla competizione con la loro Peugeot 106 (n° 52), mentre il romano Nazzareno Rosa farà da navigatore al pilota della Casarano Rally Team, Daniele Ferilli, su Citroen Saxo Vts RS 1600 Plus (n° 47).

Il programma della competizione prevede le verifiche tecnico-sportive sabato 27 aprile, seguite dallo shakedown in auto assetto gara su un tratto della PS Mattinata. Alle 17:30 dello stesso giorno, la partenza avverrà dal Porto turistico di Manfredonia, con le vetture che rientreranno alle 21:35 dopo aver disputato le 2 prove speciali "Macchia/Monte Sant’Angelo". Domenica 28, la partenza per le restanti 8 PS è fissata alle 10:04, con arrivo finale a Manfredonia alle 18:18.


Giornata dei Disabili, Anziani e Bambini in preparazione della Sagra del Santo Patrono di Bari: 'Stop alla guerra nel nome di San Nicola'

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BARI - Il prossimo venerdì 3 maggio 2024, alle ore 9:30, si terrà la Giornata dei Disabili, Anziani e Bambini in preparazione della Sagra del Santo Patrono di Bari, con il motto "Stop alla guerra nel nome di San Nicola". L'evento sarà coordinato dal Presidente del Movimento Italiano Disabili di Bari, Nicola Papagna, con la collaborazione di diverse associazioni, enti e volontariato.

Parteciperanno all'evento l'Associazione Impegno 95, rappresentata dal Presidente Gaetano Balena, il responsabile medico Nicola Dellino e il direttore Antonio Iurlaro del centro diurno Caterina 3 di Monopoli. Saranno presenti anche l'Associazione Palese Insieme, guidata dal presidente Michele Brancale, il Responsabile Sante Scaranello dell'Unitalsi di Bari, e Gianna Gentile, coordinatrice degli alunni.

Il programma della giornata prevede il seguente itinerario:

  • Ore 9:30: Ritrovo presso la Basilica di San Nicola.
  • Ore 10:30: Corteo storico dei disabili con il quadro di San Nicola, accompagnato dal racconto della vita del Santo animato da Vito Lisco dell'associazione Figuranti di San Nicola e altre associazioni locali.
  • Ore 11: Saluti delle autorità presenti. Benedizione di Padre Giovanni Distante e visita alla cripta del Santo.

Alla cerimonia parteciperanno diverse personalità, tra cui il Sindaco di Bari, Antonio Decaro, il Presidente del consiglio comunale, Michelangelo Cavone, l'Ispettore Luca Balena dei Vigili del Fuoco, e il Com. Generale Michele Palumbo della Polizia locale di Bari.

Durante l'evento saranno distribuiti magliette di San Nicola, dolci, bandierine, braccialetti e palloncini. L'invito è aperto a tutti, per informazioni è possibile contattare il numero 3280218197.

Michele Laforgia presiede la lezione del Professor Luciano Canfora sulla Resistenza

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BARI - Questa mattina, presso il Comitato Michele Laforgia, candidato sindaco di 5s e sinistra di Bari, si è tenuta una significativa lezione del Professor Luciano Canfora sulla Resistenza. L'evento ha visto la partecipazione di numerosi cittadini desiderosi di approfondire la conoscenza di questo importante capitolo della storia italiana.

Nel corso della lezione, il Professor Canfora ha offerto un'analisi approfondita del periodo della Resistenza, mettendo in luce gli aspetti politici, sociali e culturali che caratterizzarono quegli anni cruciali per il destino del Paese.

A seguire, l'Avv. Laforgia ha introdotto il tema con un discorso intitolato "Una questione privata". Nel suo intervento, ha evocato le immagini e le sensazioni descritte da Fenoglio all'inizio del suo celebre libro, che ritraggono l'Italia durante il periodo fascista: un Paese rassegnato, perduto, inermi. Laforgia ha sottolineato come la Resistenza sia stata fondamentale nel ridare vita a un corpo nazionale che sembrava morto, restituendo dignità e sentimenti a un popolo smarrito durante gli anni del regime.

Il candidato sindaco ha evidenziato come la Resistenza sia stata anche una questione privata per molti uomini e donne, un ritorno alla vita dopo anni di oppressione. Ha ricordato il coraggio di coloro che, nonostante tutto sembrasse perduto, hanno deciso di opporsi al nazifascismo, rischiando la vita per la libertà di tutti. Laforgia ha sottolineato l'importanza di questo capitolo della storia italiana nell'affermare i valori di libertà, democrazia e dignità umana, e ha ricordato l'importanza della Costituzione nata dalla Resistenza, a cui dobbiamo il nostro vivere democratico.

Infine, il candidato sindaco ha concluso il suo intervento con un vibrante "Viva la Resistenza!", ribadendo l'importanza di celebrare e preservare il ricordo di coloro che hanno lottato per la libertà e la giustizia.

Risultati del primo turno del torneo Masters 1000 di Madrid: Darderi, Altmaier, Munar e altri si qualificano al secondo turno

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via Atptour.com

FRANCESCO LOIACONO -
Nel primo turno del prestigioso torneo Masters 1000 di Madrid, si sono disputati diversi incontri emozionanti che hanno visto alcuni dei migliori giocatori del circuito confrontarsi per guadagnarsi un posto nel secondo turno.

Tra i risultati più significativi della giornata, spicca la vittoria del italiano Luciano Darderi, che ha sconfitto il francese Gael Monfils con un netto 6-4, 6-2 in soli un'ora e venti minuti di gioco, qualificandosi così per il secondo turno del torneo.

Anche il tedesco Daniel Altmaier ha ottenuto una vittoria convincente, prevalendo con un secco 6-1, 7-5 sullo spagnolo Martin Landaluce.

Il talentuoso tennista spagnolo Jaume Munar ha superato il portoghese Nuno Borges con un punteggio di 7-5, 6-4, mentre l'inglese Jack Draper ha lottato duramente contro l'australiano Thanasi Kokkinakis, vincendo infine con il punteggio di 6-3, 3-6, 7-5.

Il croato Borna Coric ha avuto la meglio sull'altro tedesco Benjamin Hassan in un match equilibrato, che si è concluso con il punteggio di 6-7, 7-5, 6-3.

Altri risultati degni di nota includono la vittoria del giapponese Taro Daniel sull'australiano Aleksandar Vukic, con un punteggio di 6-2, 6-7, 6-1, e il successo del kazako Alexander Shevchenko sull'altro francese Arthur Rinderknech, con un punteggio di 6-4, 5-7, 6-3.

Infine, l'ungherese Fabian Maroszan ha eliminato il russo Aslan Karatsev con un doppio 7-6, guadagnandosi così l'accesso al secondo turno del torneo.

Mostra 'Teste Colme' di Gianni Chiriatti al Centro Culturale Santi Medici di Martano (Lecce)

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MARTANO - Dal 4 al 14 maggio 2024, il Centro Culturale Santi Medici di Martano (Lecce) ospiterà la mostra personale di arte contemporanea dal titolo "Teste Colme", dell'artista Gianni Chiriatti. L'evento, patrocinato dal Comune di Martano e curato da Dores Sacquegna, si propone di offrire un'esperienza artistica coinvolgente e suggestiva.

Gianni Chiriatti, artista salentino nato in Svizzera, è noto per la sua capacità di creare nuovi mondi attraverso l'arte, esplorando la relazione tra natura umana, animale e vegetale. Le sue opere, che spaziano dalla pittura alla fotografia, dalle installazioni alla videoarte, offrono uno sguardo unico sulla complessità della vita e della sua ciclicità.

La mostra "Teste Colme" si propone di trasformare il Centro Culturale Santi Medici in una sorta di Wunderkammer della fertilità, popolata da personaggi zoomorfi e suggestivamente erotici. Le opere esposte, caratterizzate da una forte potenza comunicativa ed evocativa, sono accompagnate da contrappunti visivi che amplificano il messaggio artistico dell'artista.

Tra le opere in mostra, spiccano le installazioni delle "teste piantate", ritratti femminili e maschili circondati da elementi della vita contadina, e l'installazione "poltrona", un simbolo di biodiversità e ciclicità della vita. La mostra si conclude con il video "Propaggine", che riflette sull'ecologia, la sostenibilità e il rapporto tra gli esseri umani e l'ambiente naturale.

Gianni Chiriatti, conosciuto anche come Borgagne, è un artista poliedrico che si esprime attraverso diverse pratiche artistiche. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all'estero, ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Premio della Critica durante la Biennale del Salento nel 2012.

La mostra "Teste Colme" sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 18:00 alle 22:00, con ingresso libero. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Centro Culturale Santi Medici ai numeri +39 3289469538 | +39 349 37 20659.

Trump: 'Un presidente deve avere immunità'

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(lev radin/Shutterstock)

Donald Trump ha fatto una sorprendente sosta in un cantiere a New York prima di tornare in tribunale per affrontare il processo riguardante i pagamenti all'ex pornostar Stormy Daniels. Secondo quanto riportano i media americani, durante la visita Trump ha dichiarato che "un presidente deve avere l'immunità. Se non ce l'ha, è come avere un presidente cerimoniale".

La Corte Suprema ascolterà oggi le argomentazioni sull'immunità totale richiesta dall'ex presidente. Trump ha anche fatto dichiarazioni riguardanti il raduno neonazista del 2017 a Charlottesville, definendo quelle violenze "noccioline" rispetto alle proteste attuali per la situazione a Gaza che stanno agitando i campus americani.

All'epoca del raduno di Charlottesville, Trump era presidente e aveva dichiarato che "c'era gente molto perbene da entrambe le parti". Tuttavia, in un post sul suo social Truth, Trump ha ora osservato che il presidente Joe Biden ha citato quelle violenze come una delle ragioni per cui ha deciso di correre per la Casa Bianca contro di lui.

Trump ha criticato Biden, sostenendo che se il presidente attuale considera le proteste di Charlottesville così significative, ha fatto un "terribile lavoro" poiché, secondo Trump, quelle violenze sono "come una nocciolina" rispetto alle attuali proteste anti-Israele che stanno avvenendo in tutto il Paese.

L'evento a Charlottesville nell'agosto 2017 era stato organizzato da suprematisti bianchi per protestare contro la rimozione di una statua del generale sudista Robert Lee. La situazione era degenerata quando l'auto di un neonazista aveva investito i contro-manifestanti, uccidendo una donna e ferendo decine di altre persone.

Celebrazioni per la Festa della Liberazione: Mattarella depone corona di alloro, tensioni in alcune città

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ROMA - Oggi, 25 aprile, si sono tenuti cortei e iniziative in diverse città italiane per commemorare la Festa della Liberazione del Paese dall'occupazione nazista e dal regime fascista. Partigiani, sindacati e leader delle opposizioni sono scesi in piazza a Milano con Antonio Scurati e a Roma con Roberto Salis, quest'ultimo affermando: "Deve essere l'ultimo 25 aprile con Ilaria in carcere".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona di alloro al sacello del Milite ignoto all'Altare della Patria, con la presenza di Giorgia Meloni e i presidenti delle Camere. Successivamente, Mattarella si è spostato in Val di Chiana per commemorare la strage nazista. "Senza memoria, non c'è futuro. Doverosa unità intorno all'antifascismo", ha dichiarato il presidente.

Anche la premier ha rilasciato una dichiarazione, affermando: "Nel giorno in cui l'Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari".

Tuttavia, non sono mancate le tensioni durante le celebrazioni. A Roma, a Porta San Paolo, si sono verificate tensioni tra i manifestanti della Brigata ebraica e Pro Palestina. Anche a Milano sono emerse situazioni di tensione. Inoltre, a Varese si sono registrati saluti romani da parte dei Do.Ra.

In questo giorno di ricordo e riflessione, l'Italia ha riaffermato la sua determinazione nel mantenere viva la memoria della lotta partigiana e nel condannare ogni forma di totalitarismo e autoritarismo.

Tenere troppo a lungo il cellulare può far deformare il mignolo?

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Gli utenti dei social media discutono attivamente della deformazione dei loro mignoli. Si attribuisce la colpa al tenere in mano lo smartphone. Il timore: nel peggiore dei casi, le concavità potrebbero non scomparire. Il fenomeno si trova su “TikTok” & Co. sotto l’hashtag “Pinky Finger Smartphone”, ma è proprio vero? O è solo una tendenza divertente che finisce rapidamente non appena ti prendi una pausa dal cellulare? I dubbiosi paragonano il “dito dello smartphone” a variazioni temporanee della pelle. 

Questi si verificano, ad esempio, quando si scrive a lungo con una penna. Ciò è causato dalla pressione prolungata quando si tiene una penna e scompare non appena la pressione viene rilasciata. La preoccupazione non è del tutto nuova: nel 2015 l’operatore di telefonia mobile giapponese “NTT Docomo” aveva avvertito di una presunta “ammaccatura del cellulare” causata dagli smartphone. 

Ma i chirurghi della mano, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, smentiscono questo fenomeno che potrebbe causare solo una forte crescita muscolare o infiammazione dei tendini. Il chirurgo della mano Schoeller ricorda il compositore Robert Schumann: "Si esercitava come un matto al pianoforte e si ruppe i tendini". Ma le ossa sono rimaste invariate.

Scambio di salme, inviata in Canada quella sbagliata

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MONTREAL - L’increscioso episodio ha interessato le salme di due cittadini, uno canadese e uno molto probabilmente russo. La famiglia Jarjour, originaria di Montreal in Canada, ha subito il primo shock nel giro di poche settimane quando il padre, Faraj Allah di 68 anni, è morto di infarto mentre nuotava in vacanza a Cuba.

La seconda fu quando vollero esaminare il corpo in patria e prepararlo per la sepoltura. Perché nella bara che finalmente fu spedita dall'Avana al Canada c'era il corpo di un perfetto sconosciuto. I media canadesi riferiscono di un terribile pasticcio. La famiglia era in vacanza a Varadero a marzo quando si è verificata la tragedia in mare. Due dei figli della vittima, Miriam e Karam, hanno cercato di rianimarlo dopo averlo portato sulla spiaggia, invano. L'uomo ha avuto un infarto mentre nuotava e non è stato possibile rianimarlo.

Secondo la famiglia, ci sono voluti ben 45 minuti prima che arrivasse un medico che ha potuto solo accertare che l'uomo era morto. Quello che è successo dopo è stato difficile da sopportare per la famiglia. Durante questo periodo terribilmente lungo, il nuotatore morto è stato semplicemente adagiato su un lettino e coperto. Ma l’incubo delle vacanze non è finito qui. Poche settimane dopo la morte del padre, una bara contenente il corpo arrivò finalmente nella patria canadese della famiglia. Ma dentro non c'era il morto Faraj, ma un completo sconosciuto. La famiglia si è trovato la salma di un uomo di circa 20 anni più giovane di lui che, a differenza di Faraj, aveva una chioma folta e qualche tatuaggio. E’ stato subito accertato che si trattava di un cadavere diverso.

Secondo le prime verifiche, la persona morta sbagliata probabilmente proveniva dalla Russia. Da allora, la figlia di Faraj, Miriam, ha cercato di scoprire dove si trova realmente il corpo di suo padre. Il giorno del funerale programmato, ha detto: “Ho fatto tutto il possibile per ottenere una risposta. Voglio solo sapere dov'è." La famiglia, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non ha ancora ricevuto alcuna informazione dalle autorità cubane su dove possa trovarsi il padre morto. Il consolato russo a Montreal afferma di non poter né confermare né escludere che il corpo finto sia quello di un cittadino russo.

Alberobello si prepara ad accogliere la prima Wine Experience: Pinnacoli e Calici

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ALBEROBELLO – Domani si inaugura l'attesissima prima edizione di "Pinnacoli e Calici – Wine Experience", un evento dedicato agli appassionati del vino che si terrà fino a domenica 28 aprile presso Villa Donnaloja, uno dei luoghi più suggestivi della città dei trulli. Organizzato dall'Associazione Pinnacoli con il patrocinio dell'Assessorato Manifestazioni e Spettacoli della Città dei Trulli, in collaborazione con IISS Agrario Alberghiero "Basile Caramia – Gigante" e AIS Murgia, l'evento promette di trasformare la degustazione del vino in un'esperienza multisensoriale coinvolgente.

La Rassegna Vinicola

La manifestazione coinvolgerà oltre 30 cantine selezionate, che presenteranno oltre 100 prestigiose etichette regionali. Tra le cantine presenti figurano nomi illustri come A Mano Wine, Albea, Angiuli, Biancardi, Cantele, Castello Monaci e molti altri. I visitatori avranno l'opportunità di esplorare il legame del vino con la storia, la cultura e la natura pugliese.

Proposta Enogastronomica e Intrattenimento

Le serate di Pinnacoli e Calici saranno ad ingresso libero, consentendo a tutti di partecipare e vivere momenti di puro piacere enologico. Le degustazioni saranno organizzate tramite l'acquisto di ticket (STANDARD, PREMIUM, GOLD), con costi a partire da € 3,50 a ticket. Saranno disponibili anche due punti food dove sarà possibile gustare prodotti tipici pugliesi.

L'evento sarà arricchito da live music e intrattenimento per tutte le fasce di età. Domani sera si esibirà THE HERS Diversi, sabato sarà la volta de I MALTESI, mentre domenica sarà il turno dei GO MAN, con un'eclettica esibizione Swing Soul & Blues.

Partner dell'Evento

La manifestazione è organizzata con il patrocinio del Comune di Alberobello – Assessorato Manifestazioni e Spettacoli, in collaborazione con IISS Agrario Alberghiero "Basile Caramia – Gigante" e AIS Puglia – Delegazione Murgia.

Per maggiori informazioni, è possibile seguire l'evento sui social media dell'Associazione Pinnacoli e della AIS Puglia – Delegazione Murgia.

Addio al Demetra: un'icona della nightlife di Bari chiude dopo 27 anni

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BARI – Dopo 27 anni di onorato servizio, il Demetra, storica cicchetteria del quartiere Picone a Bari, ha annunciato la sua chiusura definitiva. Il noto locale, gestito da Pietro Caputo in via Giovene, è ufficialmente in vendita, segnando la fine di un'epoca per la nightlife della città.

L'annuncio della chiusura è stato dato dallo stesso titolare, Pietro Caputo, tramite un post su Facebook, dove ha espresso la sua difficile decisione con queste parole: "È difficile trovare le parole, scusatemi tutti. Vi ringrazio per tutti questi anni passati assieme". Il Demetra, con il suo carattere unico e la sua atmosfera accogliente, era diventato un punto di riferimento per ragazzi, studenti e amici di ogni età, rimanendo aperto fino alle 4:30 del mattino, tra gli ultimi locali della città a mantenere questo orario.

La notizia della chiusura ha suscitato numerosi commenti di commiato e nostalgia sui social media, con molti utenti che hanno condiviso ricordi e ringraziamenti per l'esperienza vissuta al Demetra. "Troppi ricordi", scrivono alcuni, mentre altri ringraziano il titolare Caputo per aver fatto parte della loro adolescenza e dei momenti speciali trascorsi nel locale. "Grazie di tutto Piero. Hai fatto parte dell'adolescenza di tutti i ragazzi e ragazze di Bari. Ti auguriamo il meglio!".

Con la chiusura del Demetra, Bari perde un altro pezzo della sua storia e della sua identità culturale, ma rimangono i ricordi e le esperienze condivise da generazioni di frequentatori del locale, che continueranno a vivere nei cuori di chi ha fatto parte di questa avventura.