
Ma il punto è il paradosso di questa vicenda, dato dal fatto che lo stato italiano spende molto di più per tale servizio che se lo gestisse direttamente, stabilizzando quei lavoratori.
L’instabilità politica nazionale, poi, ha reso impraticabile la sopravvivenza stessa di questi lavoratori, confinanti al limite della sopravvivenza, anche perché hanno una età media superiore ai 40 anni e per loro pensare a una collocazione alternativa è impensabile ora come ora.
Mi auguro che l’ordine del giorno che abbiamo approvato oggi in consiglio regionale possa sortire qualche effetto, che il governo nazionale voglia farsi carico dei problemi reali del Paese, perché 24.000 lavoratori, quanti ne sono in Italia in queste condizioni, non sono pochi.
Quelle persone attendono da quasi 20 anni di essere stabilizzate, in Puglia sono 3.500 e ce ne sono molti anche nella mia città, Barletta, dove si sono riuniti in un comitato “XIII febbraio”, come il giorno della Disfida, perché la loro è davvero una guerra combattuta con armi impari.
La scuola pubblica è affidata alle loro cure e al loro lavoro, che continuano a compiere, sempre nella medesima misura, ma con uno stipendio di poche centinaia di euro che rischia di venir meno e loro di perdere ogni cosa". A riferirlo in una nota il consigliere regionale Franco Pastore (Misto/PSI).