
Le organizzazioni sindacali Slc-Cgil e Uilcom-Uil hanno rigettato la posizione dell’azienda rifiutando la logica che la crisi, che imperversa nel Paese e tocca pesantemente il settore dell’informazione, possa essere affrontata solo attraverso la riduzione degli organici e delle produzioni. Slc-Cgil e Uilcom-Uil ritengono che, in una situazione di crisi non si risponde attuando una politica di impoverimento dell’impresa ma, al contrario, investendo e ricercando nel mercato consensi per realizzare gli obiettivi che possano determinare l’inversione di tendenza.
Per questa ragione le scriventi organizzazioni sindacali hanno proposto, durante l’incontro sindacale, l’attivazione dei contratti di solidarietà. Questo strumento, modulato adeguatamente, consente di non licenziare i lavoratori e operare un risparmio di danaro pari al taglio occupazionale che l’azienda vorrebbe realizzare. Inoltre, nei due anni della durata del contratto di solidarietà, si avrebbe una conseguente maggiore flessibilità del lavoro con riflessi positivi sulla gestione delle risorse umane e, di conseguenza, sui processi riorganizzativi dell’impresa, gettando le basi per lasciarsi alle spalle l’attuale situazione di crisi.
L’azienda pur ribadendo la posizione espressa nel Piano di Impresa, ovvero di operare i licenziamenti, si è congedata dal tavolo sindacale dichiarando di voler fare un’ulteriore riflessione sulla proposta del sindacato e, tenuto conto dei tempi di legge previsti dalla procedura, le parti si sono aggiornate a data da definire.
A riferirlo in una nota congiunta il Segretario Generale SLC/CGIL, Maria Luigia Bucci, ed il Segretario Generale UILCOM/UIL, Vito Gemmati.